
Carburante sporco: sintomi, danni, rimborso
Vi è mai capitato di avere problemi al motore a causa dell’immissione di carburante sporco nel serbatoio?
In effetti la possibilità che succeda non è poi così remota, dal momento che esistono gestori poco accorti o, peggio, disonesti. Il carburante potrebbe essere non raffinato come dovrebbe e allungato nella speranza di disperderne le impurità, oppure il gestore potrebbe non effettuare la pulizia e la manutenzione delle cisterne, andando ad inquinare il nuovo rifornimento con i residui del precedente liquido.
Quali sono i danni possibili?
Pur essendoci sostanziali differenze tra i motori delle auto alimentate con diesel o benzina, i sintomi sono simili:
- perdita di potenza
- auto che va a scatti in accelerazione
- difficoltà in fase di accensione
Se si riscontrano questi problemi è il caso di richiedere subito un controllo presso un’officina specializzata, poiché, se l’auto non ha circolato molto, può darsi che i danni possano essere contenuti. D’altronde, è bene sapere che gli stessi sintomi possono verificarsi quando si lascia l’auto ferma per molto tempo, dal momento che il carburante rilascia dei residui gommosi sul fondo.

Come risolvere?
Un filtro gasolio sporco va sostituito, ma in alcuni casi anche gli iniettori potrebbero aver accusato dei problemi e quindi vanno cambiati se arrugginiti. Un’immissione ripetuta di carburante di scarsa qualità potrebbe danneggiare anche la pompa e in questo caso si può provare a revisionarla, altrimenti anch’essa andrà sostituita.
Per le auto a benzina basta sostituire i filtri del carburante, e per ottenere un risultato ancora migliore, è possibile scegliere un additivo reperibile presso le stazioni di servizio o i negozi specializzati, prima di fare un nuovo rifornimento.
Come ottenere un risarcimento?
Per presentare una richiesta di risarcimento occorre possedere tutta la documentazione che attesti che il danno sia stato provocato durante il rifornimento presso una specifica stazione di servizio. In dettaglio:
- ricevuta/scontrino del rifornimento
- dichiarazione scritta dell’officina che ha riparato il mezzo in merito ai danni riscontrati
- fattura delle spese sostenute
La diffida va inviata entro massimo due mesi dalla scoperta del danno, ovvero entro il tempo massimo di garanzia previsto per l’acquisto di beni da parte dei consumatori. Se però l’automobilista ha pagato con carta carburante, il termine per la contestazione è di otto giorni. I gestori degli impianti di distribuzione hanno l’obbligo contrattuale di fornire carburante privo di impurità o sostanze estranee, dunque hanno l’onere di provare di aver correttamente adempiuto a tale obbligo.
Nei fatti è comunque molto difficile dimostrare la responsabilità di un distributore. Per prima cosa, generalmente il danno all’auto si manifesta anche dopo aver percorso diversi chilometri e quindi bisognerebbe avere buona memoria dei luoghi e dei tempi in cui si è fatto rifornimento. C’è poi da dire che le cause di un guasto non possono essere sempre definite con certezza. Infine, quando si paga il benzinaio in contanti non si riceve alcuna ricevuta, scontrino o fattura, a meno di utilizzare bancomat, carte di credito o carte carburante. In alternativa sarebbe dunque necessario avere un testimone.
Insomma, per tutelarsi la norma è una sola: rifornirsi da gestori seri e affidabili che utilizzano solo carburanti di qualità, insospettendosi se il prezzo alla pompa è troppo basso rispetto alla media. Un prezzo basso infatti non è sempre sinonimo di convenienza e risparmio.
Fonti
http://www.ferabolisrl.it/blog/